CM sta per Corto Moltedo.
M: Mi ha chiamato la B. ci ha invitati all’inaugurazione del negozio che il figlio apre a Milano.
L: wow. Accipicchia! Si vipeggia?
M: preferirei essere nella Mona (barca che il fratello di M. dovrebbe acquistare) a vedere tramontare il sole… però se ti va andiamo!
L: Certo che mi va!
M: Allora confermo.
[Torniamo a noi…]
Inizia la Vestitura:
Occhio da gatta e capello lisciato stirato.
Pronta per il Jet-set.
Marco: ‘’ Laura, portami te la roba quello che vuoi’’.
Milano, ore 17:20.
Si parcheggia e in un batter d’occhio siamo in via Montenapoleone.
Il negozio di Corto è un po’ defilato dal casino però sempre in zona.
Appena arrivati c’è il ragazzo che controlla gli inviti, anche a noi chiede se ce l’abbiamo… l’invito… e certo che crede che siamo venuti da Trento per fare una figura di merda? Mah.
Entriamo. Il negozio è molto carino e le poschettine che ornano la parete sono bellissime.
Modelle algide e altissime si fanno fotografare ad ogni angolo ( i francesi non potevano trovare definizione più appropriata ‘’mannequin’’) fotografi che si agitano come anguille appena qualcuno mette il naso dentro il locale.
E’ passato a salutare: Beppe Fiorello, Cristiana Capotondi, Bianca Brandolini D'Adda quella che sta con Lapo Elkann e poi io non ho riconosciuto più nessuno nonostante i fotografi cliccassero.
Abbiamo bevuto acqua e Vodka e mangiato raffinatissimi stuzzichini… che poi ci siamo fermati a mangiare una pizza.
I vip sono secchi e parlano nelle orecchie dell’amico di turno, che si sono portati dietro per non sentirsi soli, si guardano intorno come se tutto fosse a loro dovuto ma poi, secondo me, non sanno che fare.
La signora B. ci ha accolti benissimo nonostante c’avesse da fare la padrona di casa con tutti ( i ‘’cara’’ ‘’tesoro’’ ‘’ o guarda chi c’è…’’ si sprecavano).
Corto è un bel ragazzo con grande fascino e molti soldi, si è fatto grazie alla madre che è una gran signora fondatrice di Bottega Veneta e segretaria personale di Andy Warhol negli anni della Factory.
Alle ore 19:00 decidiamo di andarcene, prima però ci rechiamo in fondo a via della Spiga perché devo salutare un mio vecchio amico che oggi lavora a Milano come architetto.
Dopo aver mangiato una pizza, dobbiamo rientrare perché la carrozza è diventata una zucca.